giovedì 3 febbraio 2011

Puramente casuale

Febbraio è un mese critico per me, un mese difficile, complicato.
Me ne sono accorta la scorsa settimana, ho avuto un'epifania guardando il profilo dell' esselunga di V.: era appoggiato, piatto e liscio, contro un cielo nuvoloso e freddo, acceso con quell'ultima abat-jour che è il sole delle cinque e un quarto di gennaio.
La rivelazione che mi ha fatto l'esselunga è stata proprio quel cielo chiaro, quelle nuvole visibili e quella consapevolezza che le giornate s'allungano ogni giorno di più.
Bella scoperta.
Sì, certo, ma io sono inquieta, nervosa, friggo come una polpetta.
Friggo perché è come se la luce stiracchiandosi finalmente arrivasse a toccarmi, a spingermi, a prendermi a calci perché io faccia qualcosa, perché smetta di restare qui con le mani in mano a sgranare questi giorni umidicci mentre penso che potrei essere a.
A casa a studiare, a vedere un film, a fare il bucato.
A bere un caffé con un'amica, a vedere un museo, a fare l'amore.
A Suva in un parco, a Perth a guardare il Qeensland nelle notizie della sera, a Wellington a prendere un biglietto per un traghetto.
Ora, quella dell'esselunga di V. è una rivelazione farlocca, so anche io che vorrei tutte queste cose in ordine sparso, non mi serve il cielo color ratto sbiadito, ho le mie manie masochiste, come visitare il sito di Star Alliance dove mi preparo il preventivo online di un biglietto per il giro del mondo, o ricordare alla mia amica Fra che dobbiamo andare alle Hawaii.
Ma febbraio ogni anno mi ricorda che l'inverno finisce e che è tempo di moversi, di fare, e io non lo sopporto più.
Possiamo saltarlo e andare direttamente a metà marzo, così non devo neanche festeggiare il mio compleanno?


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