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venerdì 1 marzo 2013

Burn


Arriva il buio, alla fine. La luce resiste, si fa forza e non si lascia sopraffare, ogni giorno tiene duro un minuto in più.
Cammino godendomi questo regalo dalla stagione che passa, cerco di prendere fiato.
Lavoro con quella porzione di umanità che stenta a crescere, che si rivela nel suo peggio e che si affaccenda a spese altrui, che manca di empatia e di cura e addirittura infierisce nei confronti di chi ha attorno.
Come si fa a non farsi attraversare dalle storie delle persone? 
Come si fa a non fondersi anche solo marginalmente dalle esistenze che ti si avvicinano ogni giorno?
E' stata una settimana complicata, questa. 
Come il raffreddore quando sei molto stanco: peggio di quello che è realmente solo perché le tue difese sono basse e non funzionano bene.
Sono esausta, emotivamente disidratata.
Una di quelle settimane in cui è necessario ricordarmi i buoni motivi che mi hanno fatta intestardire nel tenermi questo lavoro.
E' il venerdì delle mie forze, è la fine giornata della mia empatia.

The night comes, in the end. The light lasts, keeps up and doesn't give up, every day holds out a minute more.
I walk enjoying this gift from this season that goes, I try to breathe.
I work with that bit of humanity that finds growing hard, that reveals its worst and keeps busy at expense of others, that misses empathy and care and even rages against those around them.
How could you avoid being crossed by other people's stories?
How could you avoid blending even marginally with the lives that come close to you every day?
It has been a very difficult week..
As if you catch the cold when very tired: worst than how it really is, only because your defenses are low and don't work properly.
One of those weeks in which it's necessary to remind the good reasons why I have been so stubborn keeping this job.
It's the Friday of my strength, the end of the day of my empathy.


venerdì 9 aprile 2010

Over the rainbow

Mannaggia a me e a quando decido di andare al cinema.
Ieri sera io e la Isa decidiamo di andare a vederci un film, una serata tra adulti, senza il piccolo Attila che prende di prepotenza il telecomando per vedere cani blu e gatti rosa che si travestono da fragole in trip da acido, senza genitori che ti interrompono ululando estasiati vedendo piccolo Attila che si è spalmato la cena sulla camiciola da ometto che ha addosso e senza il minimo ritegno, perché le due trentenni hanno deciso di spendere due ore con Robert Pattinson a tutto schermo.
Il film è "Remember me" che è vero che ha l'idolo delle teenager per protagonista, ma, dannazione, è il film più triste della storia! Anche più triste di "P.S. I love you", in cui lui muore e lei deve superare il lutto ricevendo una volta al mese un messaggio cartaceo che le ricorda quanto favoloso fosse il marito morto. Anche più triste del "Principe delle maree" in cui Nick Nolte lascia Barbra Streisand dicendole che la ama, ma ama anche la moglie, "solo da più tempo".
Beh, vedere questo film è stato straziante. Alzarsi a luci accese e vedere la valle di lacrime sulle poltrone dietro di noi è stato ancora più straziante. Ma la roba peggiore è rendersi conto che ho trent'anni suonati e mi faccio prender male da un film triste.