mercoledì 13 gennaio 2010

On a plain

Una cosa che faccio spesso ultimamente è lamentarmi.
Quando mi chiedono "Come va?" la mia risposta è costante: "Bene, anche se sono un po' stanca" e se il mio interlocutore fa il grave errore di approfondire, eccomi a srotolare tutta una serie di lagne perché lavoro troppo, perché i soldi non mi bastano per fare tutto e risparmiarne, la casa che è un casino, i vestiti che non si lavano da soli eccetera. E pensare che, anche se non ci si crede, non mi piace lamentarmi, non mi piace sentire la mia boccaccia che elenca cose che non funzionano.


Nei mesi passati ho fatto un sacco di training per imparare a contare fino a tre, mentalmente, e poi rispondere con sincerità che fondamentalmente è tutto ok.
E' così, davvero: ho un lavoro, una casa, non vivo più con I miei, sono autosufficiente, sto bene.
Ottimismo, dannazione, non ha mai funzionato questo bicchiere mezzovuoto che fa tanto emo, proviamo con la psicologia inversa.

Comunque, mi lamento, dicevo, perché sono stanca e quando sono stanca mi sembra che tutti pretendano che io faccia qualcosa per loro, che io mi sdoppi – l'obiquità sarebbe perfetta – per stare dietro ad ognuno. E lo so che la privazione di sonno risveglia le mie piccole manie di persecuzione completamente infondate.
Allora ho fatto una cosa che non faccio da tempo, stasera: ho spento il telefono verso le 6.30 e ho cucinato. Ho messo su un bel pentolone d'acqua con il cavolfiore, poi l'ho scolato, ci ho cotto le patate – l'acqua non va sprecata! - ho frullato tutto e mi sono mangiata un a bella zuppa di cavolfiore e patate guardando C.S.I.
Adesso sono qui, sono le 9.45, finisco la mia tazza di te, spengo questo simpatico supporto informatico e vado a letto. Senza accendere il telefono.
Non me ne vogliano quelli a cui ho detto: "Perché non ci becchiamo mercoledì?!"

Domattina potrò così alzarmi, brontolare un po' perché fa freddo e non ho voglia di andare in quel brutto posto che è Milano, prendere macchinatrenometropiedi, bermi un caffé in uno di questi bar milanesi blasonati, con i profili dorati e l'aria d'altri tempi, con il cassiere imbalsamato più antipatico della storia, probabilmente ancora lì dal crollo della borsa del '29, e pensare che magari dopo il lavoro vado a farmi una birra.

(Ah, per chi volesse aggiornamenti: oggi pomeriggio ho finito "Eclipse"... awwww!)

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