Mi sento molto solidale con le manifestazioni degli studenti in questi giorni, secondo me hanno ragione, anche se il cinismo che mi sono guadagnata negli anni non mi permette di essere molto speranzosa verso esiti positivi di queste proteste.
Comunque sia, sono contenta di vedere che qualcosa si muove nelle loro piccole linde coscienze e che non fanno spallucce mentre aggiornano il loro status di facebook via cellulare “perké nn puoi kapire l'angoscia.
Martedì arrivo a Milano Rogoredo in metro per prendere il treno e tornare a casa: un omone mi sorride e mi sconsiglia di salire dal lato della biglietteria, meglio prendere l'altra scala perché c'è una manifestazione.
Salgo e ci saranno una cinquantina di ragazzi sui binari che protestano.
E almeno venti celerini in tenuta anti-sommossa.
I ragazzi stavano occupando pacificamente i primi binari, c'erano almeno altri quattro binari liberi e tutti i treni avevano guadagnato 25 minuti di ritardo mentre poliziotti e altri soggetti non qualificati gestivano la gente accatastata all'ingresso della stazione.
Chiudere tre delle quattro porte d'accesso alla biglietteria forse è stato eccessivo, tenuto conto delle persone che per il freddo erano dentro e che nella malaugurata ipotesi che si potesse scatenare il panico sarebbe stato davvero un macello.
Fortunatamente niente panico, l'unica reazione isterica è stata quella di una ragazza che si è presa la briga di sgridare un paio di studenti inneggiando alla sua dignità, al disagio che creano e alla possibilità di andare a protestare altrove.
Quello che potevo raccogliere attorno a me era gran pollaio sull'ora tarda che si stava facendo per tornare a casa, che impennava il mio cinismo ma che non ha certo aiutato i ragazzi nella loro protesta, tanto che se ne sono andati poco dopo sconsolati verso la metropolitana.
I treni, dal canto loro, hanno sviluppato ulteriori ritardi.. per solidarietà, suppongo.
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