venerdì 20 maggio 2011

Kobra

Non sopporto i giochi di strategia.
Risiko, Monopoli e compagnia cantante mi urtano.
Trovo siano una fatica inutile, un impiego di talenti sprecato, una palese perdita di tempo ed energia.
Figuriamoci le strategie nelle relazioni donna-uomo! Non servono, per il più semplice dei motivi: le donne ragionano in un modo diverso. Non meglio, non peggio, solo differente.
Altrimenti ci capiremmo.

Prima di vivere con lei, vivevo in un appartamento brutto in una zona brutta di Parma con due coinquiline brutte che di questi giochetti erano grandi teorizzatrici.
Ricordo l’analisi logica di sms maschili per me perfettamente chiari nelle intenzioni per estrapolare un messaggio tra le righe ipoteticamente amoroso, certamente sessuale.
Ancora mi chiedo quale sia il sottinteso sessuale in “Grazie, vengo volentieri a cena domani sera”.
E' che io non li capisco, proprio non ci arrivo. Non riesco a comprendere cosa cambi nella percezione di chi sta dall'altra parte se una telefonata arriva prima o dopo, se l'invito è a pranzo o a cena, se la proposta è diretta o lasciata solo intendere.
Mi sento Forrest Gump alle volte, con me bisogna fare discorsi semplici.
Mi piaci/non mi piaci.
Niente "ora ti lascio ad intendere che mi piaci ma senza darti troppe illusioni per cui mi faccio desiderare anche se ogni tanto qualcosa ti concedo così tu..", niente "meglio se si fa sentire lui prima ma magari provo a fargli uno squillo tanto per vedere se risponde e se risponde riattacco ma con il numero nascosto così non mi richiama anche se vorrei sentirlo", niente "gli mando un sms facendo finta di sbagliare numero e vedo cosa mi risponde e come mi risponde se usa 'ciao' oppure 'hey tesoro' o se neanche saluta".
A che servono? Io voglio messaggi chiari, senza giri di parole, arrivare al punto, diretti.
Voglio che si parli in STAMPATELLO con me, che si parli come si parla ad un bambino di cinque anni [cit.].

Ora, io sono una grande saggia delle vite degli altri, come sempre dispenso ottimi consigli ma mica li so applicare quando si tratta di me e soprattutto quando si tratta di dover ricevere una certa telefonata.
Perché io non aspetto le telefonate, mi fa impazzire aspettare le telefonate, non voglio dipendere dalle telefonate.
Piuttosto telefono io.
Invece no, sconsigliato. Non t'azzardare a prendere in mano quel telefono, si farà sentire lui.
E se non si fa sentire?
Ma io devo restare qui a tritarmi il fegato, a soffriggermi il cervello, a grigliarmi lo stomaco perché forse si farà sentire?! Nooo, io non voglio, non voglio spendere il mio tempo nell'incertezza, nel dubbio, nell'anarchia delle informazioni. 
Io voglio sapere, voglio sapere subito se c'è trippa per gatti o se 'ste bestie devono morir di fame e di stenti. 
Non importa quanto duro sia, io voglio sapere. Subito.
Invece no, sembra un film con Nick Nolte - ancora 48 ore.


3 commenti:

ParkaDude ha detto...

Dinamiche sociali come fisica, purtroppo, a volte.

uic ha detto...

Pensa che io, quando sono dall'altra parte, mi faccio lo sbattimento di dire: NON MI PIACI. E anche NON TI AMO PIU'. E persino NON FARTI PIU' VEDERE. Ma anche NO, GRAZIE, NON MI VA DI USCIRE CON TE.
Pensa che sciocca, quando puoi benissimo vaporizzarti creando intorno a te persino l'alone della morte tragica.

Ombretta ha detto...

più che la morte tragica, gli ho augurato dissenteria intensa..

Posta un commento