Mi piace Ben Harper, mi piace così tanto da decidere di andare a sentirlo suonare all'Arena Civica a Milano, qualche settimana fa.
Scrive canzoni meravigliose, poetiche e piene di energia, con testi impegnati, mai banali: lo odio.
Lo odio perché nella realtà un uomo così non esiste: impegnato, sensibile, con una voce pazzesca e un sorriso luminoso, il tutto montato su un corpo da leggero malore.
Non esiste uno che puoi trovare solamente in un letto bianco, baciato dall'alba che accarezza i capelli della sua donna e l'abbraccia e le sussurra quelle frasi dolci, piene di amore e di speranza.
Non esiste nel mondo reale, rassegnamoci, il mondo reale è pieno di stronzi.
Perché io non voglio pensare che Ben Harper al microfono, alla chitarra, all'ukulele suoni e canti come fa e poi possa macchinare piani diabolici e di sconfinata presunzione a danno di una donna, lui ama la sua donna, lui le dice che niente suona come sentire il suo nome (“Waiting for you”), lui la celebra, dannazione!
Non voglio pensare che le racconti fregnacce per portarsela a letto, voglio dire, lui è Ben Harper, gli basta alzare un sopracciglio, ma quel sopracciglio pieno di parole meravigliose, e di musica suadente e.
Perciò ho arbitrariamente deciso che no, Ben Harper queste cose non le fa, che Ben Harper è corretto, maturo, generoso e rispettoso della sua donna, che non ha niente a che fare con la realtà terrena, Ben Harper vive nel limbo degli uomini irreali.
Purtroppo, molto reali e molto cafoni, invece, erano i geni attorno al mio gruppo-vacanze Piemonte (io, il mio Pigbrother, la cognatuzza, l'amica della mia cognatuzza, e il mio bioamico S.) che hanno sprecato un'ennesima, ne sono certa, ottima occasione per fare bella figura tacendo, stando a chiacchierare di minchiate per metà concerto, al paio di quelli che sul pezzo cantato senza musica e senza microfono da Ben “polmoni d'acciaio” Harper hanno intonato canzoncine e coretti da asilo nido.
E poi ti chiedi perché le donne nella realtà sono disilluse.
Scrive canzoni meravigliose, poetiche e piene di energia, con testi impegnati, mai banali: lo odio.
Lo odio perché nella realtà un uomo così non esiste: impegnato, sensibile, con una voce pazzesca e un sorriso luminoso, il tutto montato su un corpo da leggero malore.
Non esiste uno che puoi trovare solamente in un letto bianco, baciato dall'alba che accarezza i capelli della sua donna e l'abbraccia e le sussurra quelle frasi dolci, piene di amore e di speranza.
Non esiste nel mondo reale, rassegnamoci, il mondo reale è pieno di stronzi.
Perché io non voglio pensare che Ben Harper al microfono, alla chitarra, all'ukulele suoni e canti come fa e poi possa macchinare piani diabolici e di sconfinata presunzione a danno di una donna, lui ama la sua donna, lui le dice che niente suona come sentire il suo nome (“Waiting for you”), lui la celebra, dannazione!
Non voglio pensare che le racconti fregnacce per portarsela a letto, voglio dire, lui è Ben Harper, gli basta alzare un sopracciglio, ma quel sopracciglio pieno di parole meravigliose, e di musica suadente e.
Perciò ho arbitrariamente deciso che no, Ben Harper queste cose non le fa, che Ben Harper è corretto, maturo, generoso e rispettoso della sua donna, che non ha niente a che fare con la realtà terrena, Ben Harper vive nel limbo degli uomini irreali.
Purtroppo, molto reali e molto cafoni, invece, erano i geni attorno al mio gruppo-vacanze Piemonte (io, il mio Pigbrother, la cognatuzza, l'amica della mia cognatuzza, e il mio bioamico S.) che hanno sprecato un'ennesima, ne sono certa, ottima occasione per fare bella figura tacendo, stando a chiacchierare di minchiate per metà concerto, al paio di quelli che sul pezzo cantato senza musica e senza microfono da Ben “polmoni d'acciaio” Harper hanno intonato canzoncine e coretti da asilo nido.
E poi ti chiedi perché le donne nella realtà sono disilluse.
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