sabato 10 dicembre 2011

Candy perfume girl

 Allora, voglio rassicurare quelli che si chiedono come stia andando qui, nella perfida Albione: va tutto bene, serenamente, placidamente bene.
Placidamente perché questo è il paese dell'attesa: si aspetta l'autobus (in orario), si aspetta il proprio turno in una coda ordinata, si rimane sospesi all'attimo prima che la vita cominci, per cui ho pensato che sarebbe carino mettere a frutto questo tempo regalatomi da Sua Maestà per dare concretezza alle mie risorse.
Ancora non so bene come, ma quest'iniezione di ottimismo inaspettata non va sprecata così, senza cogliere l'attimo, senza approfittare del 3 x 2 al reparto soluzioni alternative che questo paese mi offre.
Per il resto.. beh, sì, casa mi manca, mi mancano le persone, mi mancano le mie comodità quotidiane, mi manca il mio gatto che a quanto mi dicono è lievitato come il panettone verso il 23 dicembre, ma no, non ci torno per Natale, sono appena arrivata, non voglio mica fare la felicità di Ryanair e l'infelicità del mio conto in banca tutto nuovo.
Vivo con gente buffa, ovviamente. Una ragazza francese che dopo sei anni sopravvissuta qui forse parte per Miami o per la Thailandia, una coppia di ragazzi di cui percepisco la presenza giusto ogni tanto, un'ingegnere elettronico indiana incapace di cucinare e la famiglia Gigantor.
La famiglia Gigantor è un terzetto, padre, madre e figlio, che mi ricorda tanto la favola dei tre orsi, solo che io non sono Riccioli d'oro e non rubo loro la minestra o dormo nei loro letti.
Li chiamo così perché sono giganti: non che dal mio metro e una carota il resto del mondo non sia già più alto, ma questi sono davvero enormi. Tutti e tre. E sono sempre molto circospetti.
La mamma è già più socevole, saluta quando entra e quando esce dalla cucina e ogni tanto facciamo due parole, il figlio mi chiama “madam” e vorrei tanto prenderlo a martellate quando lo fa, ma non posso, è gigante, anche se sembra terrorizzato dal mio avvicinarmi, e poi c'è lui, papà Gigantor, l'uomo con più opinioni della terra.
Lui odia stare in Gran Bretagna, ma non ho capito bene perché non può andarsene, per cui si lagna. E si lagna del vivere in comune. E si lagna del fatto che gli altri siano sporchi – non che lui sia l'emblema dell'igiene, eh. E si lagna che qui la gente è antipatica e maleducata. E si lagna che nessuno gli trova lavoro. E si lagna che fa freddo.
Quando non si lagna, esamina quello che fai: il primo giorno in cui ho portato fuori la mia spazzatura, ha controllato che facessi la differenziata correttamente.
E' lo stesso genio che non capisce perché io faccia il brodo nel pentolino e non a microonde. O perché io mi ostini a cuicinare. O perché io mangi “solo” il salmone con il pane quando potrei sfondarmi di salsicce fritte.
A parte questo, tutto bene.

1 commenti:

ParkaDude ha detto...

Fuori dalla finestra, la libertà.

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